Discriminazione

Discriminazione e marginalità, da un lato, integrazione e inclusione, dall’altro, sono termini che definiscono un ampio universo di condizioni sociali, di segmenti della popolazione, e di fenomeni attestati in ogni età della Storia. La ricerca su questi temi costituisce una caratteristica distintiva del Dipartimento di studi storici e la conoscenza del loro sviluppo e delle loro dinamiche sotto il profilo storico una premessa necessaria alla maturazione di una consapevolezza specifica, base imprescindibile per contrastare le prime e per favorire le seconde.
Discriminazione
La discriminazione si configura come una diversità di comportamento e di riconoscimento di diritti nei confronti di singoli o gruppi sulla base di “pregiudizi” di natura politica, etnica, razziale, religiosa, anagrafica, economica, professionale e di genere; diversità di comportamento o di riconoscimento di diritti che comporta limitazione degli stessi nei riguardi di persone con tali determinate caratteristiche.
Si indagano gli strumenti attraverso cui la discriminazione si afferma e si consolida e i veicoli della sua diffusione, dall’emanazione di leggi che limitano la capacità delle persone alla mancata tutela giuridica di specifici segmenti sociali, all’uso discriminatorio della lingua.
Gli interessi scientifici del Dipartimento vertono in special modo sulla discriminazione nei confronti degli immigrati (per l’età antica, bassomedievale e contemporanea), nei confronti delle donne (età antica, medievale, moderna e contemporanea), nei confronti degli Ebrei (dall’età medievale alla contemporaneità). Tra gli altri, si studia la discriminazione nei confronti dei e delle “dissidenti religiosi/e”, l’eresia di uomini e donne, da Giordano Bruno a Guglielma, dalle predicatrici apostoliche medievali alle valdesi dell’età contemporanea; si analizza la condizione di schiave e schiavi nell’età ellenistica e romana e nel Basso Medioevo, da una prospettiva di genere ma anche economica.